Lunedì 11 febbraio si è svolto al Centro congressi della Fiera Campionaria di Cagliari il convegno regionale " AGITAMUS - Quando la scuola e lo sport valorizzano la diversità".

Un microcosmo che condensa l’essenza di un’idea perenne, avvolgente e incisiva per l’evoluzione del pensiero paralimpico. Non c’è di meglio che confrontarsi cordialmente e profondamente cogliendo soprattutto le affinità e confinando in maniera costruttiva le divergenze. Quattro ore di allegria e confronto sono volate via lasciando nell’animo dei presenti un segno tangibile di come sviluppare sapere e conoscenza facilita l’aggregazione, allontanando i pregiudizi più beceri.

Visibilmente emozionato per un appuntamento che rappresenta la summa del suo ottimo operato protrattosi per quasi quattro anni. Non a caso era circondato dai suoi più stretti collaboratori e osservato da un compiaciuto presidente nazionale del CIP Luca Pancalli che nel capoluogo isolano non si vedeva da poco più di tre anni. Ma quando si palesa è sempre un avvenimento perché la sua dialettica è incisiva e lascia il segno con i suoi continui aggiornamenti ai principi fondanti del cliché paralimpico.  

Il commissario sassarese nelle vesti del padrone di casa dà la parola a tutti gli invitati che siedono nel banco delle autorità. Ma prima di ogni altra cosa ringrazia lo staff di Agitamus capitanato da Manolo Cattari e composto anche da Monica Pirina, Oriana Pistidda, Cristina Sanna, con l’apporto fondamentale della segretaria regionale CIP Maria Grazia Madrigale. E poi si complimenta con i protagonisti dei cinque plessi scolastici che hanno caratterizzato questa prima edizione del progetto: Istituto Comprensivo n. 2 di Porto Torres, Istituto comprensivo n. 3 di Sassari, Istituto Comprensivo Grazia Deledda (plesso Biscollai) di Nuoro, Istituto comprensivo di Santulussurgiu, Istituto comprensivo ad indirizzo sportivo "Porcu – Satta" di Quartu Sant' Elena.

Intervengono le autorità e si sente veramente di tutto, a partire dai discorsi sempre esilaranti dell’amico indiscusso del CIP, Gianfranco Fara, presidente del CONI regionale. E dell’organismo olimpico, sparsi per la platea si vedono diversi presidenti di federazione: Danilo Russu (Federazione Italiana Nuoto), Simone Carrucciu (Federazione Italiana Tennistavolo), Antonio Pinna (Federazione Italiana Bocce), Bruno Perra (Federazione Italiana pallacanestro): A loro si aggiungono quelli dell’orbita prettamente paralimpica come la FISPES (Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali) con il presidente nazionale Sandrino Porru, e il delegato regionale Carmelo Addaris. La FISDIR (Federazione italiana sport paralimpici degli intellettivo relazionali) rappresentata dalla delegata regionale Carmen Mura, la FIPIC (Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina) con il responsabile isolano Angelo Vitiello, la FINP (Federazione Italiana Nuoto Paralimpico) con il presidente Danilo Russu. Infine la Federazione Sport Sordi Italia (FSSI) era presente con la delegata regionale Marta Zuddas.

Belle parole per l’iniziativa vengono spese dal mondo scolastico rappresentato dal numero uno in Sardegna Francesco Feliziani. Approvazioni anche dal locale ateneo che ha mandato in avanscoperta Andrea Loviselli responsabile del Corso di laurea in Scienze Motorie dell’Università di Cagliari: Imminente anche il patto di stretta collaborazione con l’ordine degli psicologi, rappresentato dalla consigliera Francesca Tarantini. La vocazione allo sport del Comune di Cagliari è stata descritta dall’assessore competente Yuri Marcialis, mentre il vice presidente della Camera di Commercio cagliaritana Emanuele Garzia, in qualità anche di padrone di casa ha avuto l’onore e il piacere di accompagnare alla manifestazione il suo amico Roberto Zanda, noto per le sue corse proibitive tra deserti e ghiacciai. Per l’ennesima volta “Massiccione” ha dichiarato l’ intenzione di affrontarli anche senza piedi e mani. Molto toccante è stata la chiacchierata tra lui e Luca Pancalli: c’è la seria possibilità che possa continuare con le ultramaratone sotto l’egida della FISPES e diventare testimonial di una disciplina che ufficialmente non è contemplata tra quelle paralimpiche.